di Sara Palmieri
a cura di Fiorenza Pinna
OPENING SABATO 27 NOVEMBRE 2021
Via XX Settembre 67/a , Verona
ore 19
La linea d’acqua affronta il tema della memoria attraverso una ricerca intima e metafisica sulla caducità delle cose, l’elaborazione della perdita; è una riflessione sulla rappresentazione e l’estetica del trauma, un tentativo di risoluzione della frattura tra individuo e mondo esterno, tra memoria individuale e collettiva. Sara Palmieri è un artista visiva che utilizza prevalentemente la fotografia e i suoi processi, esplora le proprietà fisiche del mezzo e la possibilità linguistiche ed estetiche delle immagini attuando un processo di frammentazione e ricostruzione di spazi fisici ed emotivi, affascinata dalla capacità rappresentativa e dai limiti della fotografia; da quanto esattamente rifletta la realtà e da quanto incompletamente svolga il compito della memoria. Il lavoro trova la sua origine nella memoria dell’alluvione del Polesine del 14 novembre 1951, la più grande mai avvenuta in Italia, che ha segnato una linea di separazione tra un prima ed un poi di una cultura contadina con le sue tradizioni, e lasciato una frattura indelebile nelle persone e nei luoghi.
L’artista porta avanti una riflessione sul territorio, sulla sua capacità di contenere segni e di tramandare tracce. Il processo di ricerca avviene attraverso vari dispositivi e su diversi piani di lettura. Sono dispositivi l’acqua del fiume, il paesaggio, i racconti di chi c’era o tramandati, ed è dispositivo lo spazio dell’immagine, superficie percettiva dove avviene l’incontro tra opposte dimensioni: visibile e invisibile, passato e presente, sommerso ed emerso, astratto e concreto, fluido e solido.
“Nella prima fase del lavoro ho interagito con diverse persone, oltre a qualche familiare più stretto, alla ricerca
di memorie verbali dell’alluvione: era importante per me partire dalla trasmissione dell’esperienza, per poi mettere
in atto una ‘traduzione’, lavorare sul tema dei linguaggi in relazione alle deformazioni dettate dal tempo e dallo spazio della soggettività. Il mio intento è quello di partire da un evento fondante e traumatico della memoria locale e aprirlo a diverse interpretazioni, letture, parallelismi: spingerlo verso un futuro più ampio e libero dall’evento in sé, dalla costrizione del tempo e in qualche modo restituirgli immortalità.” (S.P.)
L’impossibilità della memoria di tramandare fedelmente la storia, frammentata nel racconto di chi rimane, e del paesaggio di conservare segni visibili, genera matrici, portali, immagini il cui orizzonte vibra, archetipi spaziali che si dispiegano e mutano come echi di un immaginario codice Morse, un sistema di segni che rimanda a linguaggi utilizzati per comunicare e richiedere aiuto: gesti minimi, a tradurre ed estrarre dall’oblio le tracce in dissoluzione.
Su una metaforica linea di confine, Sara Palmieri genera un luogo dove può accadere un cortocircuito, da dove simbolicamente si dispiega un’onda sonora, una comunicazione tra due parti, attraverso un processo dove l’acqua del fiume Po partecipa anche fisicamente. Lo spazio dell’immagine è così investito di più relazioni e riproduce gli accadimenti dei luoghi, lasciando emergere verità sommerse.
La mostra si evolve in una complessa narrazione che si articola nella galleria, tra le sale e sui diversi livelli, attraverso interventi specifici. Nel dialogo con lo spazio il lavoro continua e cresce, si estende a nuovi elementi, è parte e continuazione del processo, luogo di sperimentazione, ambiente tridimensionale dove ricomporre frammenti di una possibile narrazione.
Sara Palmieri è un artista visiva che vive e lavora a Roma. Si laurea in Architettura nel 2005 e per anni lavora come scenografa ed interior designer. Utilizza la fotografia come strumento principale per indagare la percezione di tempo e spazio, e come punto di partenza per mettere in discussione le forme della realtà, mostrare la fragilità delle sue certezze: attraverso l’introduzione di scultura, performance ed installazione sia nel processo creativo che nell’esposizione dell’opera finale, invita lo spettatore ad entrare in un nuovo possibile scenario, a rovesciare la prospettiva da cui osservare le cose e ad abbandonare i codici di riferimento abituali. I suoi lavori sono stati esposti a livello internazionale in festival e gallerie, tra cui Matèria Gallery, Plenum Gallery, Fotohaus ParisBerlin Gallery Arles ,Fotografia Festival Internazionale di Roma,Istanbul Biennal, Athens Photo Festival,Focus Photography Festival Mumbai. Ha pubblicato due libri d’artista, M.e La plume plongea la têteper il quale, tra i vari riconoscimenti, ha vinto il Premio Marco Bastianelli 2016 come miglior libro fotografico italiano autoprodotto. Ha curato inoltre progetti editoriali come La pelle che ci separa, fanzine collettiva, e Così è se vi pare, scatola-gioco (2020). Nel 2018 è finalista del Full Contact Award SCAN Tarragona, e nel 2020 con il lavoro inedito La ligne d’eauè finalista del Prix Mentore tra i vincitori degli Urbanautica Insitute Awards. Il suo lavoro è presente in vari magazine stampati ed online, inclusi The British Journal of Photography, Photoworks Annual, Gup Magazine,Yogurt magazine, ed è parte di antologie collettive quali A Place Both Wonderful and Strange (Fuego Books), Il sangue delle donne | Theblood of women (Postmedia books). Dal 2013 si occupa di sviluppo del potenziale attraverso la fotografia, e tiene corsi e workshop presso varie realtà legate al mondo della fotografia.
Fiorenza Pinna è curatrice indipendente e book designer, si occupa di fotografia contemporanea e foto-libri. Collabora con gallerie, istituzioni, case editrici, festival e accademie – sia italiane che internazionali – per consulenze, docenze, workshop, conferenze e letture portfolio. Fa parte di giurie per premi fotografici nazionali e internazionali. Insegna e tiene workshop in diverse realtà pubbliche e private. Cura e disegna libri fotografici e mostre, ottenendo premi e riconoscimenti.
Info mostra:
Opening Sabato 27 Novembre ore 19
27.11 – 8.01.2022
Mer – Ven 10-13 ; 16-19 // Sab 10-13
Via XX Settembre 67/a, Verona
richiesto greenpass
Contatti:
t. +393491430086
info@fonderia209.com
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